Molti scrittori e poeti hanno decantato le bellezze del lago d'Idro.
Segue un passo tolto da un racconto di Camillo Boito:
V'č a Idro un alberguccio con due stanze, ariose, pulite. Chi non
ha rimorsi vive colą nella quiete del paradiso, senza giornali,
senza botteghe da caffč, senza pettegolezzi, guardando lo specchio
4e1 lago, le giovanotte che vogano, la rocca d'Anfo sull'altra sponda,
esercitando pił le gambe che il cervello, abbruttendosi anzi a poco
a poco nella cara, nella beata libertą del non pensare a nulla e
del non far proprio niente. Quando il cielo č popolato di nubi,
spinte a gran corsa dal vento, l'aspetto di quel paese riesce mutabile
all'infinito. |
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I monti che si accavallano, le rupi che portano muraglie
ruinate di castelli o chiesette con il loro campanile bianco, i
colli bassi coronati di pini, cangiano di figura ad ogni minuto.
Ora le nuvole mettono in ombra il dinanzi del quadro, e il sole
brilla in fondo; ora il sole splende dinanzi, e il fondo rimane
buio; ora invece questa parte o quella del centro stacca nera in
mezzo alla luce o luminosa in mezzo all'oscuritą, e s'accendono
e si spengono ad ogni tratto innumerevoli sprazzi di colori vani
e vivissimi.
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