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Il versante in sponda sinistra del fiume
Chiese, in corrispondenza della diga di ritenuta a paratoie mobili,
non è stabile: il fenomeno, denominato paleofrana, è
noto da molto tempo ma è stato trascurato fino all’epoca
in cui la concessione è scaduta e sono cominciate le trattative
sulle possibili quantità d’acqua prelevabili dal lago.
Il servizio Dighe stabilisce per una questione di sicurezza il
livello massimo a quota 367 slm.
Il regolamento temporaneo stabilisce l'escursione ammissibile di 3,25 m: da quota massima di 369,25 a 366.
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Nei periodi di pioggia il livello del lago si alza al di sopra dei 367, quindi viene riportato a quota 367 e da li cominciano i 3,25 m. consentiti di escursione: questo sistema costringe il lago a subire ancora la pesantissima escursione di ben 6 m in verticale e causa pian piano la distruzione degli habitat umidi, che rappresentano la grande ricchezza biologica del lago d'Idro e che, non riuscendo a trovare un equilibrio per l'eccessiva escursione, si seccano.
Se il lago non si deve abbassare al di sotto della quota 366 per questioni di equilibrio, di quantità d'acqua
presente, perché quella quota non resta la quota minima raggiungibile?
Perché i disagi della paleofrana gravano solo sul nostro territorio?
Per l'ambiente, per la fragile economia di un territorio montano, è necessario che quel disagio vada diviso, che sia garantito il deflusso minimo vitale e la quota minima del lago sia mantenuta definitivamente stabile.
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Perché se incombe l'enorme pericolo della frana gli organi responsabili della Protezione Civile e della Gestione del Territorio non hanno ancora redatto progetti di intervento e attuato temporanee soluzioni mirate a misurare e gestire in maniera puntuale e istantanea,
a seconda dei livelli di rischio, le quantità d'acqua in entrata ed in uscita???
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