Così, dopo la riduzione del lago, la produzione nel 1929 è scesa a kg. 27.760.
Si è cercato di ovviare all'inconveniente con parecchie semine. Nel 1931, con decreto del 13 luglio venne
creato dal Ministero dell'Agricoltura il "Consorzio obbligatorio per la tutela della pesca nei laghi di Garda
e di Idro", A questo seguì la creazione dell'incubatoio di Anfo. Seguirono poi parecchie semine. Nel 1934/35 vennero
seminate 50 mila uova di trote; nel 1935/36 100 mila uova; nel 37/38 100 mila avanotti di trote e 100 mila di coregone.
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Nonostante questo, la situazione non migliorò per la mutata fisionomia del lago.
Fino agli anni Trenta, anche se non abbondanti, si trovavano ancora nelle acque del lago d'Idro, trote, lucci,
anguille, salmerini e tinche.
Poi le cose peggiorarono. Nel 1943 la produzione ittica seguente declinò a kg. 17.540.
Da allora la pescosità del lago è andata sempre più diminuendo e la famosa trota marmorata, ritenuta una leccornia sulla mensa delle
famiglie benestanti, è rimasta un ricordo.
Nel 1971, con decreto del 16 aprile, >il Ministero della Agricoltura ha disposto l'inclusione del lago nella circoscrizione del
"Consorzio lombardo tutela pesca" per una valorizzazione a tutti gli effetti del bacino al fine di renderlo meta ricercata e ambita,
non solo dai pescatori di mestiere e dilettanti, ma anche da tutti coloro che desiderano ricreazione e distensione in un ambiente tra i
più suggestivi e attraenti della Valle Sabbia.
Tratto da A. Fappani, Enciclopedia bresciana
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