Salviamo il Lago D'Idro  
 
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CROLLA LA GALLERIA DEGLI AGRICOLTORI
Risolto "naturalmente" 11 problema della Concessione alla SLI
Pubblicato su: anfo racconta - luglio 1992


Mentre di questi tempi molti nodi vengono al pettine, cadono progetti e crollano questioni mal poste, anche quel piccolo garbuglio che sta sul gozzo alla gente del lago d'Idro si è incastrato finalmente fra i dentelli. Dopo oltre un secolo il tempo ha fatto giustizia, ha dato ragione ai nostri avi, facendo crollare, anzi naufragare, nel budello d'acqua, la bella, originale idea del 1875 del dott. Dominatore Sbardolini, messa poi in opera nei primi anni di questo secolo, di scavare sotto il lago una galleria per controllare e regolare il deflusso delle acque, essendo la naturale uscita minacciata da possibili smottamenti dei due fianchi.
Infatti proprio in questi giorni l'uscita artificiale sotterranea, o meglio il cordone ombelicale col quale quella sanguisuga del lago d'Idro, detta anche SLI, si sente irreversibilmente saldata al nostro lago s'è reciso causando una profonda ferita nel suolo. La voragine di circa venti metri si è risucchiata un pezzo di strada e ha reso insicura un intera zona del pendio montano. Morale: quello che fu costruito per evitare un pericolo col tempo si è rivelato un pericoloso ed inutile intervento.
Ma la storia si ripete; ciò che nell'800, secondo lo Sbardolini, era indispensabile per risanare e garantire l'incolumità dei rivieraschi, oggi, per gli acquivendoli dello SLI, è diventato semplicemente un supporto necessario per il deflusso delle acque del lago; il vero scopo fu e rimane appunto quello di poter girare a piacere il rubinetto per vender acqua.
Oltretutto oggi quel tunnel non ha più ragione d'essere perché per regolare il deflusso del lago per la naturale via, la tecnologia offre sicuri ed efficienti mezzi, mentre per prelevare acqua ancor più in profondità, che secondo noi lacustri esseri non si dovrebbe, può essere utilizzata la galleria dell'ENEL la quale supplisce anche fin troppo allo scopo.
La SLI intende chiedere finanziamenti allo Stato per ripristinare il suo cordone ombelicale col lago.
Con i tempi che corrono si spera che lo Stato faccia orecchi da mercante; e si spera ancor più che la questione non trovi il complice supporto di nostrani organizzatori di consenso, i quali sventolando pareri e sentenze di assoldati tecnici, potrebbero volerci dimostrare come assolutamente necessario addirittura un nostro concorso spese per liberarci da zanzare, pellagra, scorbuto e altre perniciosissime disgrazie che tormentano noi poveri rivieraschi.
Alla larga! L'acqua stessa ha preso l'iniziativa e ha con grande forza fatto giustizia di tali vecchie fandonie e con un sonoro sberleffo ha letteralmente affossato anche le tante belle nuove indagini idropluviologicometriche (pagate sempre da noi, s'intende!).
Cerchiamo di capire la lezione!
Il tarlo