Salviamo il Lago D'Idro  
 
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LA QUALITA' DELLA VITA NASCE DAL RISPETTO DELL'ACQUA
Pubblicato su: anfo racconta - dicembre 1989


Nella medesima giornata mi è capitato di ascoltare vari discorsi fatti da uomini politici di vario grado; in tutti compariva il richiamo a impegnarsi per la "qualità della vita" Devo confessare che, sentendo a ripetizione questo slogan, ho provato un senso quasi analogo a quello causato dall'ascolto di pappagalli, con la differenza che questi ultimi almeno divertono in quanto imitano le voci di animali ad essi dissimili e risultano perciò meno monotoni. Fra il fingere di aspirare alla "qualità della vita" e l'aspirazione autentica già corre una profonda diversità di impegno. Se poi si vuole che l'aspirazione si concretizzi in azione e non rimanga mera affermazione per lusingare il prossimo, l'impegno si fa cosa ancora più seria. La gente ha sempre aspirato a migliorare "la qualità della vita"; solo che ora, in piena era postindustriale, sembra ci si cominci ad accorgere che la ricchezza del vivere non dipende solo dal volume dei beni da consumare nella rincorsa alle comodità ma nasce solo e sempre (anche nell'era dei computers) come dimensione interiore in proporzione al grado di impegno e di fatica profuso. Fa accapponare la pelle sentire ora i campioni del pragmatismo edonistico far propria questa istanza strettamente "spirituale" e predicare il bisogno di scalzare usi e costumi da loro stessi introdotti. Quando poi queste affermazioni vengono pronunciate dai rappresentanti politici della nostra valle, a noi gente del lago d'Idro si disegnano pieghe amare sulle labbra, perché ben conosciamo di fatto qual è la volontà di questi signori di affrontare e difendere non tanto i nostri interessi sociali ed economici quanto e soprattutto i nostri sacrosanti diritti naturali e civici che, guarda caso, coincidono proprio con i valori basilari e indispensabili per giungere ad una ricchezza qualitativa più umanamente alta, ossia per raggiungere un nuovo modo di agire e di usare le risorse, per un nuovo ordine nell'accostarci e nell'appagarci delle cose. Secondo l'abitudine montanara di soppesare i fatti, valutiamo che gli amministratori valligiani non solo poco si curino dei nostri diritti ma addirittura se ne facciano beffe allorquando in agosto pubblicizzano a caratteri cubitali uno pseudo-accordo sul mantenimento del buon regime delle acque pur sapendo che in autunno il lago doveva sprofondare a livelli mai raggiunti. Valutiamo che essi, così facendo, si rendono complici di coloro che hanno ben altre prospettive per il lago d'Idro, di coloro che emetteranno poi il comunicato stampa sull'indispensabile bisogno di prosciugare il lago per allargare un ponte su un canale largo circa 15 metri, mentre in verità lo prosciugheranno per verificare le condizioni, consolidare e apportare magari aggiornamenti alle infrastrutture per l'accaparramento delle acque. Il non aver detto pubblicamente il vero motivo dell'ulteriore dannoso abbassamento del lago né da chi tutto ciò sia stato autorizzato ci dà motivo di profondamente dubitare sulla buona fede di chi ha il dovere di tutelarci. Così con lo snaturamento del livello del lago si abbassa il livello di fiducia verso la classe politica e con il degrado dell'ambiente si degrada il cittadino. Da qui gli istintivi vagiti d'ancestrale bisogno di "qualità della vita" o, per essere più chiari, il bisogno di "un uomo di qualità".
Il tarlo