Salviamo il Lago D'Idro  
 
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NON FERMIAMOCI PIÙ
Pubblicato su Anfo racconta di dicembre 2004


L'articolo che segue è praticamente il testo dell'intervento del Sindaco di Anfo nella riunione tenutasi a Idro alla presenza dei funzionari regionali incaricati dell'istruttoria per l'assegnazione della nuova concessione per lo sfruttamento delle acque del Lago d'Idro.

22 settembre
Data da ricordare, da segnare: si inizia a decidere il futuro del lago d'Idro (o di quel che ne rimane), che coinvolge diverse realtà, interessi economici e sociali locali, come interessi legati all'utilizzo dell'acqua: idroelettrici, agricoltura, oltre che politici.
Ma l'aspetto per noi fondamentale e di vitale importanza è il Lago. Quale futuro?

Punto della situazione
Dopo decenni di prelievi, che hanno sì consentito sviluppo, lavoro, benessere, a noi cosa rimane? Un lago disastrato, un ecosistema lacustre sconvolto, forse per sempre. Erosione delle rive, flora acquatica devastata, scomparsa di alcune specie di fauna ittica, difficoltà di riproduzione causa prelievi, eutrofizzazione crescente. Abnorme proliferazione di alghe tossiche, e non da ieri.
Sono anni che il lago ci lancia segnali precisi, purtroppo disattesi. Da quest'anno non è più così, e la data del 20 luglio segna una svolta importante. La fioritura algale denunciata a grandi caratteri su un quotidiano (Bresciaoggi) certo è stato un pugno nello stomaco per molti, ha creato scalpore, allarme, disorientamento, non solo tra i lacustri. Ma quell'articolo ha raggiunto lo scopo, finalmente, di far prendere coscienza della situazione in cui versa il lago d'Idro. Da quel giorno si è messo in moto un meccanismo che non può e non deve più fermarsi. Sindaci, Comunità Montana, Provincia, ASL, ARPA, movimento di opinione. Si è così formato un "Osservatorio" specifico per il lago d'Idro.
Da tempo e da più parti si è chiesto ai sindaci di assumersi le responsabilità che il ruolo comporta: lo abbiamo fatto. E se si vuole individuare chi ha dato il là a quella che potremmo chiamare "questione lago d'Idro" è sufficiente leggere l'articolo e vedere da quale paese è partita la vicenda: Anfo, ovvero il sottoscritto. La presa di responsabilità è stata poi condivisa dai colleghi qui presenti, che voglio ringraziare pubblicamente, oltre alla Comunità Montana. E credetemi, non è così semplice. Un conto è parlare, altra cosa è mettere nero su bianco il proprio nome e cognome.
La realtà emersa via via dagli studi effettuati, dai prelievi, dalle analisi delle ricerche, dai dati in possesso, e quelli che dovremo ancora acquisire presso enti pubblici, ci descrivono un quadro della situazione che è drammatico. Stiamo seriamente rischiando di perdere anche la parte che ancora rimane per così dire sana del lago d'Idro: nella riunione tenutasi a Brescia il 27 agosto presso l'Assessorato all'Ambiente ARPA e ASL hanno confermato, in estrema sintesi, che il lago d'Idro sta morendo.
Ciò di cui ci stiamo preoccupando non sono sedicenti interessi ecologici ecologici (vedi Giornale di Brescia del 21.09.2004) e non si tratta nemmeno di Alta tensione per i lago d'Idro (sempre Giornale di Brescia del 21.09.2004), non è una battaglia per l'acqua: ciò che inizia oggi è una corsa contro il tempo per salvare quel che rimane del lago d'Idro e questo, in assoluto, deve essere l'obbiettivo primario di tutti i soggetti interessati presenti oggi. Facilmente rintracciabili.
Come salvare il lago sarà compito di esperti e tecnici che andranno individuati e scelti. E qui entra in gioco la Regione Lombardia cui spetta il non facile compito di individuare il nuovo Gestore: va da sé che la nostra richiesta è di incaricare la Comunità Montana. Ma mi permetto di andare oltre e di chiedere oggi, in questa sede, e in futuro qualunque occasione sarà buona, all'Assessore all'Agricoltura, Vice Presidente della Regione Lombardia, sig.ra Beccalossi Viviana, una cosa apparentemente semplice: di volgere lo sguardo verso la Valsabbia, e segnatamente al Lago d'Idro, e di vedere e possibilmente conoscere la nostra realtà, e di aiutarci a salvare il lago. E' nelle sue possibilità e nelle nostre speranze.

Romeo Seccamani