Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-00174

presentata da
DAVIDE CAPARINI
mercoledì 2 agosto 2006 nella seduta n.036

CAPARINI e DUSSIN. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:

il lago d'Idro rientra nel novero dei grandi laghi prealpini ed è stato designato «sito di importanza comunitaria» ai sensi dell'articolo 4 della direttiva 92/43/CEE, fa parte della rete europea Natura 2000, rete ecologica europea costituita da zone speciali di conservazione degli habitat naturali nonché della fauna e della flora selvatiche. Il lago d'Idro è particolarmente importante per la presenza di un habitat naturale e di specie prioritarie a norma dell'articolo 1 della direttiva;

l'articolo 6, comma 2, della direttiva 92/43/CEE stabilisce che gli Stati membri adottano le opportune misure per evitare nelle zone speciali di conservazione il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate, nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi della direttiva stessa;

la Valle Sabbia, interamente solcata dal fiume Chiese, appartiene alla provincia di Brescia, e confina con il Trentino a nord, con l'Alto Garda Bresciano a est, con la Valle Trompia a ovest, mentre nell'estremo sud si confonde con il suburbio cittadino;

il Biotopo lago d'Idro area umida protetta (Delibera n. 280 del 18.01.1994 della Giunta Provincia Autonoma di Trento), costituisce un importante esempio del paesaggio dei grandi laghi della regione insubrica, ma rischia di essere irrimediabilmente compromessa dall'abbassamento di livello che subisce periodicamente il lago;

la morfologia del lago immerso tra le montagne lo ha trasformato in meta ideale per chi ama vela, skysurf e windsurf. La temperatura gradevole e il facile accesso alle spiagge naturali lo rendono facilmente balneabile;

le continue fluttuazioni del lago, oltre a provocare notevoli danni all'equilibrio alla flora, alla fauna, alla rigenerazione dell'acqua, aprono agli occhi dei turisti distese di sassi maleodoranti che non corrispondono a quanto illustrato nei depliant turistici. Lo sviluppo economico dell'alta Valle Sabbia è seriamente compromesso oltre che danneggiato dalle fluttuazioni del lago;

la vocazione turistica del lago è testimoniata dalla promozione dei seguenti interventi a favore di uno sviluppo turistico: il Programma Leader + (2000-2006) che individua il gruppo di azione locale (GAL) «Garda Val Sabbia»; il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Brescia e il piano di sviluppo socio economico della Comunità montana di Valle Sabbia;

alla fine degli anni 70 con il patrocinio costante della Regione Lombardia e la supervisione di ricercatori e tecnici specialisti nel comune di Idro fu realizzata la prima posa in Italia di ecodotti per gli attraversamenti stradali dei rospi. Oggi, la popolazione di Rospo comune presente nel territorio comunale di Idro, dalle iniziali 4.000 unità censite nel 1997 ad opera di un gruppetto sparuto di volontari, è passato ad oltre 18mila unità di riproduttori (stima in difetto). Si tratta della più importante popolazione di questa specie presente in Lombardia (nell'ambito del Progetto ARE della Societas Herpetologica Italica);

nel 1987 è scaduta la concessione, durata 70 anni, di gestione delle acque da parte della Società del lago d'Idro (SLI). I danni causati all'ambiente, all'economia turistica, alle spiagge, alla pesca, al paesaggio, sono stati così pesanti che con nota n. TB/227 del 9/10/1991 il Ministero dei Lavori Pubblici conferisce mandato all'Autorità di Bacino del fiume Po di approfondire la problematica relativa alla regolazione del lago d'Idro;

con Delibera n. 7 del 06/08/92 il Comitato Istituzionale conferisce mandato alla segreteria tecnica dell'Autorità di Bacino di definire l'insieme delle regole con l'indicazione precisa di razionalizzare l'uso dell'acqua, il recupero e la valorizzazione delle caratteristiche naturalistiche ed ambientali del lago d'Idro e del fiume Chiese;

nel notiziario dell'Autorità di Bacino del Fiume Po - Anno II - n. 3 maggio-luglio 1993 è pubblicato il Programma di gestione del lago d'Idro, documento base delle decisioni prese successivamente;

la delibera n. 9/93 dell'Autorità di Bacino del Fiume Pofra l'altro prevede un periodo di sperimentazione e le relative modalità di conduzione e dimostra la necessità e utilità di un soggetto gestore pubblico nel quale siano rappresentati tutti gli interessi legati alla regolazione lacuale. L'escursione ammissibile viene dimezzata: il fabbisogno di acqua dell'agricoltura è assolutamente inferiore ai prelievi fatti sino a quel momento;

il parere espresso dall'Autorità di Bacino, ente che ha seguito per quasi dieci anni le vicende del Lago d'Idro, nella relazione conclusiva alle pagg. 29-30 recita: «l'attività di gestione del Lago d'Idro condotta con la sperimentazione ha consentito di rispondere sostanzialmente, anche nella complessità della situazione e in presenza di eventi potenzialmente ostativi, alle esigenze e alle spettanze dei soggetti direttamente o indirettamente interessati dalle dinamiche lacuali e del sistema collegato, così come illustrate nell'allegato A) della delibera 9/93.... Tale risultato dimostra la necessità e l'utilità di un soggetto gestore pubblico nel quale siano rappresentati tutti gli interessi legati alla regolazione lacuale»;

con ricorso del 10/01/94 la delibera n. 9/93 dell'Autorità di Bacino del Fiume Po è stata impugnata dai vari consorzi irrigui avanti il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche per ottenerne l'annullamento, ricorso respinto dal tribunale con ordinanza 07/03/94;

il 28/09/99 il Consorzio di Bonifica del Medio Chiese ricorre per l'annullamento della Delibera n. 5 dell'11/05/99 dell'Autorità di Bacino che decide di prorogare i periodi di sperimentazione;

nel 2001 la competenza per il rilascio della concessione della gestione delle acque del lago d'Idro è stata affidata alla Regione Lombardia. La Regione Lombardia ha emanato un regolamento provvisorio che secondo l'interrogante non garantisce il deflusso minimo vitale e ha rinnovato di anno in anno la concessone a vari soggetti finché il 22 settembre 2004, presso il Comune di Idro, ha aperto l'istruttoria per la gestione delle acque del lago;

le soluzioni possibili per aumentare la produttività dell'acqua sono diverse e non possono prescindere da un uso razionale dell'acqua in tutti i settori economici. Il 70 per cento dell'acqua deviata dai fiumi e pompata dal sottosuolo è destinata all'irrigazione, ogni miglioramento nell'efficienza delle acque irrigue ha benefici che vanno ben oltre l'agricoltura;

i 3 consorzi irrigui e la Comunità montana di Valle Sabbia non risponde al parere espresso dall'Autorità di Bacino in quanto l'ente gestore dovrebbe essere un ente eterogeneo, rappresentato in modo paritario da tutti i soggetti coinvolti;

il 16 giugno 2006 il Tar del Lazio con sentenza 4767/2006 ha accolto il ricorso del coordinamento delle Pro loco del lago d'Idro ordinando al Ministero di consentire l'accesso agli atti del Ministero delle infrastrutture, dato che il ministero stesso non aveva risposto all'atto di messa in mora, di interpello e di accesso agli atti datati 30 gennaio 2006 -:

se non intenda intervenire perché siano adottate le misure di equilibrio idrogeologico fissando quota minima e massima rispettivamente a 368 m.s.l.m. e 369 m.s.l.m. - dando così una regola di gestione che tuteli il deflusso minimo vitale a partire dalla traversa del Lago d'ldro, riducendo ulteriormente l'escursione dei livelli a 2 - 2,25 mt al massimo, come ampiamente comprovato essere possibile sia dai dati conseguiti in questi anni con le regole transitorie che sono state emanate, sia dagli studi prodotti dal dipartimento di Ingegneria Idraulica dell'Università di Brescia;

quali provvedimenti intenda adottare per aumentare la produttività dell'acqua con l'impiego di tecniche di irrigazione più efficienti. (5-00174)